Non tutti sanno che la Sardegna offre molto di più che acque cristalline, spiagge e sole. Sulle sue coste hanno approdato uno per uno fenici, punici e romani, ciascuno dei quali ha lasciato il proprio segno nella storia e nella cultura sarda. Il litorale sud è costellato da fortezze, erette da questi popoli di “conquistatori” per difendersi dalle incursioni dei temibili pirati saraceni.
Il turismo minerario in Sardegna è il fiore all’occhiello dell’intero settore, e costituisce da sé una valida ragione per giustificare una vacanza in questa splendida isola. Il Sulcis Iglesiente, situato nel sud-ovest della Sardegna, fa parte del Parco Geominerario Storico e Ambientale, dichiarato il primo parco al mondo di questo genere da parte dell’Unesco.
Il nostro itinerario parte da Cagliari, dove si imbocca la strada statale 130 (SS130). In questo modo di raggiunge il Sulcis, che dista circa una sessantina di chilometri dall’aeroporto di Cagliari. Qui i fenici e i punici, abili navigatori, fondarono approdi per le proprie imbarcazioni e centri abitati per commerciare i materiali estratti.
L’area è forse la più ricca di miniere in tutta la Sardegna: quella di Monteponi è sicuramente quella più famosa. L’enorme potenziale della zona fu individuato fin dai fenici, ma i pisani furono i primi a sfruttare le preziose risorse minerarie, come zinco, argento e piombo. Il pozzo più profondo di Monteponi, visitato fra gli altri da Papa Giovanni Paolo II negli anni 80, arriva a toccare i duecento metri di profondità.
Sempre nei dintorni di Iglesias si può visitare una delle miniere più belle della Sardegna, nei pressi di Masua, famosa per lo sbocco di Porto Flavia: i visitatori accedono alla miniera percorrendo un tunnel che sfocia sul mare, in uno strapiombo sulla scogliera. Il paesaggio è suggestivo e di fronte alla costa si può vedere il famoso faraglione Pan di Zucchero, staccatosi dal litorale per erosione marina.
I trasporti pubblici per raggiungere questo bellissimo angolo di Sardegna non sono efficienti e pratici.